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Qui di seguito trovate gli articoli che i nostri soci hanno pubblicato su diverse testate. Buona lettura.

Conosciamo le emozioni. Progetto svolto dall’Associazione ECO in collaborazione con l’associazione ASAI

Oggigiorno, nell’ambito dell’età evolutiva, si assiste ad un incremento sempre maggiore di problemi di disregolazione emotiva e di disturbi correlati come, il disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) e disturbi del Comportamento Dirompente, tra cui il Disturbo Oppositivo-Provocatorio e il Disturbo della Condotta. Le ripercussioni di tali disturbi sono solitamente riscontrabili in ambito scolastico (es. calo del rendimento scolastico), familiare (es. ricorrenti situazioni conflittuali) e sociale (emarginazione del soggetto dal gruppo dei pari).

Numerosi studi dimostrano che la capacità di regolare le proprie emozioni è strettamente correlata con lo sviluppo delle abilità personali e relazionali. Non a caso, nei casi di disregolazione emotiva o di un eccessivo controllo delle proprie emozioni, si assiste ad una maggiore difficoltà nella comprensione emotiva propria e altrui. Bambini con difficoltà legate alla regolazione emotiva infatti, sono più predisposti a manifestare aggressività verbale e/o fisica, impulsività, irascibilità, iperattività o disattenzione. Possono presentare inoltre, difficoltà legate al problem solving, essere meno efficaci degli altri bambini nel generare un numero di soluzioni adattive di tipo interpersonale e possono considerare l’aggressività come una strategia per regolare le relazioni interpersonali.

Anche la performance scolastica può essere inficiata dalla scarsa capacità di gestione delle emozioni, anche in assenza di compromissione delle capacità neurocognitive: le capacità cognitive possono infatti, risentire di una gestione non adattiva delle emozioni.

Il progetto di intervento strutturato presso l’Associazione Asai è stato finalizzato a promuovere e sostenere le abilità sociali, emotive e relazionali dei bambini per prevenire fenomeni come la marginalizzazione e l’isolamento sociale. Il fulcro principale del lavoro è stato un intervento psicoeducativo volto a fornire ai bambini (destinatari principali del progetto) le conoscenze base delle emozioni per poterle riconoscere, capire le funzioni evoluzionistiche legate alla sopravvivenza, offrire strumenti di gestione delle stesse e strategie di regolazione in ottica intra e interpersonale. Inoltre, si è seguito un approccio integrato e multidisciplinare coinvolgendo le figure di riferimento dei bambini e quelle educative dell’Associazione Asai. L’idea è che il lavoro con chi si prende cura dei bambini è imprescindibile da un lavoro esclusivo con gli stessi.

Nello specifico, il progetto è stato suddiviso in dieci incontri con cadenza settimanale. I gruppo dei partecipanti, erano bambini dai 9 ai 10 anni definiti insieme agli educatori in modo eterogeneo.

Nei primi incontri è stato dato spazio alla presentazione personale di ogni componente in modo da creare un clima di conoscenza e condivisione, orientata ad un ascolto curioso e non giudicante dell’altro. Questo ha permesso di costruire sin da subito, un clima cooperativo all’interno del gruppo. Nella prima fase, si è data importanza ad uno spazio in cui co-costruire una serie di regole di gruppo, dove ognuno dei partecipanti doveva impegnarsi nel rispettarle e nell’aiutare chi si fosse trovato in difficoltà nel farlo. Inoltre, sono stati individuati alcuni obiettivi a medio e lungo termine per promuovere e sostenere il lavoro di gruppo attraverso il sistema della Token Economy. Quando il partecipante o la classe raggiungeva il numero di punti stabilito, era possibile sorteggiare il premio precedentemente scelto dagli stessi partecipanti.

I primi incontri, sono stati dedicati ad un lavoro psicoeducativo delle emozioni, sottolinenadone l’importanza e funzione. In questa fase, ogni bambino, in modo libero e autonomo, ha condiviso alcune esperienze personali. Fin da subito, infatti, tutti i bambini hanno accolto con interesse e curiosità questa attività, mettendosi in gioco in prima persona. Il lavoro fondamentale è stato quello di imparare a riconoscere l’emozione provata e provare a pensare in modo individuale e gruppale, alcune strategie funzionali per poterle gestire quando troppo intense. Ogni componente del gruppo poteva consigliare le strategie che per loro, in altri momenti, si erano rivelate efficaci.

Durante i vari incontri, i bambini si sono sentiti legittimati nel poter esprimere e dare così voce alle emozioni che man mano sperimentavano e che non avevano a che fare solo con l’emozione oggetto di studio ma anche e soprattutto, con quelle che lo stesso gruppo attivava sul singolo come vergogna, imbarazzo, paura, rabbia. Si è potuto così sperimentare dal vivo quanto appreso sia a livello di conoscenza teorica che pratica.

All’inizio, durante e alla fine del percorso con i bambini, sono stati condotti dei gruppi sia con i genitori che con gli educatori per esporre il progetto, monitorare l’andamento e per restituire quanto emerso. Il riscontro è stato molto favorevole. Nell’ultimo incontro, gli stessi genitori hanno mostrato interesse circa il tema trattato e di quanto sia qualcosa che non solo possa essere utile per i bambini ma anche per loro stessi.

dott Mirco Carbonetti e dr.ssa Antonia Di pierro