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SCUSA una parola tanto semplice quanto difficile da pronunciare

 

Elton John citava “Sorry seems to be the hardest world / Scusa sembra la parola più dificile del mondo”. Ebbene sì, scusa è davvero una parola così tanto difficile da pronunciare. Ma come mai è così difficile chiedere scusa?

Come essere umani ed esseri imperfetti, capita sovente di inciampare, di sbagliare sia con chi ci sta più a cuore che con chi non si conosce. Chiedere scusa, per quanto possa essere una parola così corta e semplice da pronunciare, è in realtà, per alcune persone, la più difficile e temuta. La difficoltà spesso risiede nell’ammettere di aver commesso un errore. Questo comporta in alcuni casi, ammettere di non essere infallibili e questa dura verità può suscitare un profondo senso di vergogna che si cerca con tutte le proprie forze di nascondere. In altri casi invece, comporta ammettere che il proprio comportamento può aver ferito l’altro; entrare in contatto con il dolore dell’altro e sentirsene responsabili può diventare spaventoso da gestire dentro di sé. 

Chiedere scusa tuttavia, ha un profondo effetto riparativo. Quando le scuse sono sincere e autentiche, chi le riceve si sente compreso e confortato. La rabbia lascia il posto ad una sensazione di sollievo che permetterà di non radicarsi dentro di sé trasformandosi poi, in risentimento e rancore. Anche chi le porge sente nascere dentro di sé una sensazione di benessere e sollievo. È il potere della riconciliazione, della riparazione che segue ad una possibile frattura relazionale che si può inevitabilmente creare tra due o più persone.

Ci sono casi in cui è semplice porgere le scuse e altre in cui, è più difficile. Nel primo caso, ci troviamo di fronte a tutte quelle situazioni in cui nessuno è responsabile di qualcosa come per esempio, quando ci si scusa per essere arrivati in ritardo ad un appuntamento a causa di un incidente che ha bloccato il traffico. Ci sono situazioni invece, in cui è davvero difficile. Si tratta di tutte quelle volte che a pagare le conseguenze di una negligenza è una relazione significativamente importante; il non porgere le scuse può diventare il deterrente per lo sfilacciarsi di quel legame così speciale. Ci sono poi, situazioni in cui si procrastina quel fatidico momento perché non si ha il coraggio, non si vuole essere intrusivi o ancora, perché si teme quella che possa essere la reazione dell’altro perché, chiedere scusa significa anche far vedere all’altro la propria vulnerabilità. Così come, diventa difficile farlo, quando si è quasi “obbligati”, quando l’altro le pretende perché vuole che ci si assuma la responsabilità della sua sofferenza. Certo, chiedere scusa richiede anche il compito gravoso non solo di gestire la propria vulnerabilità ma di dover gestire quello che la rabbia e dolore dell’altro possono suscitare dentro di sé.

Ad ogni modo, sta di fatto che il bisogno di scuse e di riparazione resta una prerogativa tipicamente umana. Cerchiamo giustizia e riparazione per i torti subiti. A volte questi torti siamo noi a riceverli, altre volte siamo noi a causarli. Di sicuro, è rassicurante sapere che nella maggior parte dei casi, abbiamo la possibilità di rimediare o perlomeno di provarci perché non è mai troppo tardi.

Vediamo ora cinque aspetti da tener a mente quando dobbiamo chiedere scusa.

 

  1. La consapevolezza del “ma” e del “se”

I “ma” e i “se” sono degli intrusi che spesso susseguono rapidamente le scuse. Introdurre questi piccoli avverbi può minare l’autenticità e la sincerità dell’offerta di pace che si sta porgendo in quanto, rappresentano un tentativo di giustificare le proprie azioni o di mostrarsi accondiscendenti verso la persona che si è sentita ferita. 

Non serve aggiungere molto ad una parola così semplice quanto complessa come “Scusa”. È il primo passo per la riparazione, successivamente si possono creare ulteriori situazioni in cui spiegare le ragioni del proprio comportamento all’interno di un clima più disteso.

 

  1. “Mi dispiace che tu l’abbia presa così”

“Mi dispiace che tu l’abbia presa così” è una frase molto comune che appartiene alla categoria delle pseudo-scuse. In questo caso, quello che avviene è che ci si focalizza non tanto sulle proprie azioni quanto sulla risposta dell’altro, rischiando così di non assumersi la propria responsabilità in merito all’accaduto.

 

3.Le scuse mistificanti

A volte capita che ci si possa ritrovare in situazioni in cui venga chiesto di assumersi la responsabilità per le reazioni dell’altro. “Chiedi scusa a tuo fratello per avergli fatto venire mal di testa con la tua musica assordante”.; si tratta di un chiaro esempio di scuse mistificanti. Maggiore saranno ansia e sensi di colpa, maggiore sarà la tendenza ad assecondare questo tipo di scuse.

 

  1. “Perdonami – e subito!”

Alcune persone sono convinte che ricevere delle scuse sia l’unica e solo strada percorribile per il perdono. Ritenere di dover essere subito perdonati per aver leso l’altro corrisponde in realtà, ad un bisogno personale di rassicurazione per alleviare il proprio dolore e senso di colpa.

Quando le scuse sono considerate una merce di scambio, per esempio con il perdono, il loro reale scopo riparatore rischia di far sentire l’altro nuovamente ferito e non rispettato in quelli che possono essere i suoi tempi per gestire eventuali emozioni come rabbia e tristezza.

Le scuse spesso hanno bisogno di tempo e spazio per arrivare a destinazione.

 

  1. Le scuse intrusive

A volte, può capitare che le scuse che arrivano frettolosamente fanno sentire nuovamente non rispettati e feriti. Seguire l’impulso di entrare in contatto il prima possibile con chi è stato ferito, per cercare di rimediare ai propri errori e attenuare i propri sensi di colpa, può essere percepito come intrusivo e poco attento allo stato emotivo dell’altro.

Ricordiamoci che lo scopo delle scuse è alleviare la sofferenza che le nostre azioni o parole hanno suscitato nell’altro e non alimentare il disagio.

 

Dott.ssa Antonia Di Pierro

Psicologa – Psicoterapeuta

 

Bibliografia e sitografia

Harriet Lerner (2018) “Scusa. Il magico potere di ammettere i propri sbagli”. Feltrinelli

Winch Guy (2021) “We all know people who just can’t apologize – here’s why” ed.ted.com