MADRI SI DIVENTA: UN PERCORSO LUNGO UNA VITA

“Diventare madre è una delle esperienze più belle che esistano”, ma d’altra parte si può accompagnare a forti emozioni di incertezza, inadeguatezza, paura di non farcela.

“Essere madre è la cosa più naturale del mondo”, ma è anche un evento che rappresenta per la donna un momento di “crisi” (da krinò, momento che separa un modo di essere da un altro), colmo di significati più o meno latenti.

Per fortuna però ci sono nove mesi per potersi adattare a questo cambiamento, per compiere quella che viene chiamata “gestazione mentale”!

Se nove mesi, infatti, servono a giungere al completo sviluppo fetale, sono necessari alla madre per prepararsi non solo fisicamente, ma anche psicologicamente proprio all’evento nascita. Infatti così come il corpo della donna deve in qualche modo modificarsi per creare spazio affinché il feto possa crescere, allo stesso modo nella mente della donna si deve creare uno spazio mentale atto contenere e racchiudere il pensiero e la fantasia del bambino che sarà.

Durante la gravidanza prende forma nella mente della donna il “bambino immaginario”, il bambino sognato, desiderato, pensato che poi si confronterà e completerà nell’incontro col bambino reale al momento della nascita. Questo percorso intimo ed emotivo, sarà quindi il punto di partenza, la base su cui si fonderà il legame mamma-bambino.

La donna dovrà percorrere nella gravidanza un’importante fase di trasformazione: la gravidanza è il da qualcosa che non si è più a qualcosa che non si è ancora.

In questo difficile percorso è inevitabile che la donna faccia ricorso, seppur inconsciamente, all’unica esperienza che conosce direttamente: quella che ha coinvolto lei come figlia nei confronti di sua madre. Il ripercorrere la propria storia di figlia, passaggio inevitabile e importante, porta però con sé l’emergere anche di conflitti e sentimenti ambivalenti, anche in assenza specifiche problematiche fisiche, psichiche o sociali. “La prospettiva di essere genitori rimanda bruscamente gli adulti alla propria infanzia, e nessun adulto rivede la sua infanzia come un periodo di felicità assoluta” (Brazelton, Cramer – Il primo legame)

Come si è fin qui evidenziato, la gravidanza è un momento complesso nella vita della donna, fondamentale per lo stabilirsi e il rafforzarsi del legame mamma-bambino…come tutte le situazioni complesse, non sempre tutto va per il verso giusto.

Si stima che nel nostro Paese siano oltre 90.000 le donne che soffrono di disturbi depressivi e di ansia nel periodo perinatale. A esserne colpite sono circa tra il 10-16 e il 14-23% delle donne in stato di gravidanza, con una maggiore incidenza nel terzo trimestre con l’avvicinamento del parto.

Il fenomeno è trasversale, ciononostante si considerano fattori di rischio la giovane età, difficoltà nella relazione col partner e mancanza di una rete sociale o familiare di supporto. Molte volte disturbi d’ansia in gravidanza vengono sottovalutati e non sempre correttamente diagnosticati da parte del medico (dispnea come disturbi dell’alimentazione o del sonno, possibili sintomi di disturbo d’ansia, possono essere comunque presenti in gravidanza). Talvolta è la donna stessa, considerando di dover essere in un momento di vita felice, a non comunicare il suo reale stato di disagio, chiudendosi in un silenzio e solitudine dolorosi. Allo stesso modo anche disturbi depressivi in gravidanza talvolta vengono sottaciuti e non sempre adeguatamente trattati, aumentando peraltro il rischio di disturbi depressivi nel postpartum.

È importante quindi che gli specialisti del settore così come le donne stesse siano sempre più sensibilizzati affinché vengano precocemente riconosciuti e adeguatamente trattati fenomeni psicopatologici della gravidanza. “Se qualcuno è disposto ad ascoltare le lacrime della madre, quello sarà anche il momento in cui la madre sarà in grado di ascoltare il pianto del suo bambino” (Selma Fraiberg, 1999).

Dr.ssa Chiara Delia