Negli ultimi anni, la ricerca ha evidenziato come i fattori ambientali possano influenzare significativamente la nostra salute fisica e mentale. Uno degli aspetti più studiati è il legame tra l’esposizione alla natura e la riduzione dell’infiammazione nel corpo la cui cronicità rappresenta un fattore di rischio per numerose malattie, tra cui diabete, malattie cardiovascolari e disturbi neurodegenerativi.
Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha evidenziato con sempre maggiore chiarezza come il contatto con la natura possa influenzare positivamente la nostra salute. Un recente studio pubblicato su Nature e riportato da Neuroscience News “Outdoor Enjoyment Linked to Less Inflammation” (2014) ha mostrato come trascorrere del tempo in ambienti naturali sia associato a una riduzione dei biomarcatori infiammatori, suggerendo che la natura potrebbe rappresentare una risorsa terapeutica spesso sottovalutata. Gli autori hanno osservato che le persone che trascorrono più tempo in ambienti naturali presentano livelli più bassi di proteine come la C-reattiva (CRP) e l’interleuchina-6 (IL-6), responsabili dei processi infiammatori. Questi risultati indicherebbero quindi, che l’esposizione alla natura non sia soltanto un’esperienza piacevole fine a se stessa, ma un’esperienza con un impatto diretto sui meccanismi biologici che regolano l’infiammazione nel nostro organismo.
Gli effetti benefici riportati dallo studio in questione non sono isolati, ma si inseriscono in un quadro più ampio di evidenze scientifiche che collegano la natura al benessere psicofisico. Studi precedenti infatti, hanno mostrato che trascorrere tempo in ambienti verdi riduce i livelli di cortisolo, il principale ormone dello stress. La riduzione di cortisolo è particolarmente rilevante poiché questo ormone, se prodotto in eccesso per periodi prolungati, può favorire l’infiammazione cronica e aumentare il rischio di patologie organiche e psicologiche.
Oltre agli effetti sullo stress, la natura sembra avere un impatto significativo anche sul nostro sistema immunitario. In particolare, la pratica del forest bathing, ovvero l’immersione consapevole nella natura, è stata associata a un aumento della produzione di cellule NK (natural killer), fondamentali nella difesa contro virus e cellule tumorali. I ricercatori hanno ipotizzato che questo effetto sia dovuto alla presenza nell’aria di fitoncidi, composti organici volatili rilasciati dagli alberi, più comunemente conosciuti come oli essenziali. Respirare in zone verdi infatti, è da sempre risaputo essere di particolare aiuto al nostro organismo perché permette di decongestionare le vie respiratorie ma anche di promuove il rilassamento fisico e mentale.
I benefici della natura infatti, non si limitano al corpo: il contatto con ambienti verdi è stato anche associato a un miglioramento del benessere psicologico. Le persone che trascorrono più tempo all’aperto riportano livelli più bassi di ansia e depressione, oltre a una maggiore sensazione di rilassamento e felicità. Passeggiare nella natura contribuisce a ridurre la ruminazione mentale poiché la mente attratta da una vasta quantità e varietà di stimoli, riesce ad allontanarsi da quel disturbante brusio di sottofondo dei nostri pensieri, alleggerendosi. Inoltre, essere immersi nella natura contribuisce ad un maggiore rilascio di neurotrasmettitori come la serotonina responsabile del buon umore e ad una maggiore attivazione di aree cerebrali collegate alla regolazione emotiva.
Ma quindi, perché il contatto con la natura ha effetti così benefici sulla salute? La scienza sta cercando di rispondere a questa domanda, individuando diversi meccanismi biologici che spiegano il legame tra ambienti naturali e riduzione dell’infiammazione.
Uno degli aspetti più interessanti riguarda lo stress ossidativo, un processo dannoso che avviene nel nostro organismo a causa dell’accumulo di radicali liberi, molecole instabili che possono danneggiare le cellule e contribuire a malattie croniche. Diversi studi suggeriscono che trascorrere del tempo in ambienti naturali riduca lo stress ossidativo grazie alla presenza di fitoncidi. Queste sostanze sembrano avere proprietà antinfiammatorie e immunostimolanti, capaci di modulare la risposta del nostro sistema immunitario e ridurre i processi infiammatori a livello cellulare.
Un altro aspetto chiave riguarda il sistema nervoso autonomo, che regola molte delle nostre funzioni vitali, come la respirazione, la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca. L’esposizione alla natura stimola la parte parasimpatica di questo sistema, ovvero quella responsabile del rilassamento e del recupero. Diversi esperimenti hanno mostrato che passeggiare in ambienti naturali favorisce una riduzione della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa, segnali evidenti di un abbassamento dello stato di attivazione del corpo e di una minore produzione di cortisolo.
Infine, un elemento fondamentale è l’esposizione alla luce solare, che svolge un ruolo cruciale nella produzione di vitamina D. Questa vitamina è essenziale per il corretto funzionamento del sistema immunitario ed è coinvolta nella regolazione dell’infiammazione. Studi scientifici hanno dimostrato che bassi livelli di vitamina D sono associati a un maggiore rischio di malattie infiammatorie e autoimmuni. Trascorrere più tempo all’aperto consente quindi di stimolare la produzione di questa vitamina in modo naturale, contribuendo a mantenere sotto controllo i processi infiammatori nel nostro organismo.
Questi meccanismi biologici, presi singolarmente, offrono già un’interessante spiegazione dei benefici del contatto con la natura. Tuttavia, è probabile che sia la loro combinazione a generare un effetto sinergico, amplificando il benessere complessivo.
L’evidenza scientifica suggerisce quindi, che il tempo trascorso in natura è un tempo di qualità e benessere, un vero e proprio toccasana e una strategia di prevenzione per il corpo e per la mente.
In un’epoca in cui le malattie croniche sono in aumento, ripensare a come poter utilizzare la natura come un potente strumento di prevenzione potrebbe essere un valido supporto vantaggioso a diversi livelli in quanto fruibile e accessibile da chiunque. Una risorsa quindi, ancora di più da rispettare, tutelare e preservare.
Dott.ssa Antonia Di Pierro
Psicologa Psicoterapeuta
Sitografia
Outdoor Enjoyment Linked to Less Inflammation – Neuroscience News
Anthony D.Ong, Dakota W. Cintron, Gabriel L. Fulign (2024). Engagement with nature and proinflammatory biology
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