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Qui di seguito trovate gli articoli che i nostri soci hanno pubblicato su diverse testate. Buona lettura.

IL SENSO DI COLPA

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Emozioni come la colpa, la vergogna o l’imbarazzo sono definite emozioni sociali o autoriflessive. Esse richiedono la capacità di introspezione e valutazione della propria condotta alla luce delle norme sociali e degli standard morali condivisi dalla cultura di appartenenza. Le emozioni autoriflessive rivestono un’importante funzione adattiva nella vita dell’uomo poiché rappresentano dei potenti strumenti di socializzazione, favorendo il mantenimento dei legami sociali. Gli studi sulle emozioni hanno evidenziato come gli effetti della socializzazione siano particolarmente importanti nella genesi della colpa.

Dal punto di vista cognitivo, il senso di colpa è un’emozione che si prova quando si è convinti di aver causato un danno e deriva dal pensiero di essere responsabili della sventura di qualcun altro. Quando il senso di colpa diventa eccessivo e persistente si crea un’illusione, un “pensiero automatico” che ci fa credere di essere la causa dei danni altrui, spesso interpretando erroneamente i fatti.

In psicologia, si posso distinguere 5 tipi diversi di senso di colpa:

1. SENSO DI COLPA PER CIÒ CHE HO FATTO

Ho fatto qualcosa di sbagliato. Questo errore può provocare un danno (fisico o psicologico) ad un’altra persona. Spesso il senso di colpa può nascere per aver violato il proprio codice etico o per aver ripetuto qualcosa che ci eravamo promessi di non fare più.In questi casi sentire il senso di colpa per aver attuato un comportamento indesiderato è normale. In realtà sarebbe un problema il contrario. Ma una volta che il fatto è successo non possiamo più modificarlo, il passato non si può cambiare. In questi casi l’unica cosa possibile è scusarsi e poi scoprire come evitare di commettere lo stesso atto in futuro. Inoltre può aiutare ricordare che non sempre gli altri attribuiscono alle nostre azioni ed ai nostri pensieri tutta l’importanza che attribuiamo noi.

2. SENSO DI COLPA PER CIÒ CHE NON HO FATTO, MA CHE DESIDERO

In questo caso stiamo pensando e immaginando di fare qualcosa che ci allontani dal nostro codice morale o che risulti illecito (per esempio stiamo desiderando qualcuno che non è il/la nostro/a compagno/a).In questo caso subentra un senso di colpa più difficile da gestire. Il pensiero genera un senso di colpa paragonabile ad aver commesso il gesto stesso. Il timore di cadere preda dei propri sentimenti e dei relativi comportamenti può diventare più angosciante del senso di colpa che si genererebbe assecondandoli. L’ACT, Acceptance and Commitment Therapy, suggerisce di riconoscere questi pensieri “illeciti”, accettarli come parte di ciò che siamo in questo momento e di impegnarsi a cambiare il comportamento in modo da non assecondarli. Il far finta di nulla, rinnegare e nascondere alimenta il vissuto di ansia e senso di colpa.

3. SENSO DI COLPA PER QUALCOSA CHE PENSI DI AVER FATTO

Secondo la teoria cognitiva, gran parte delle nostre infelicità e dei vissuti emotivi negativi nascono dai pensieri irrazionali sulle situazioni. Se penso di aver fatto qualcosa di sbagliato, posso provare un senso di colpa con un’intensità del tutto analoga o addirittura superiore a quella provata nel caso in cui abbia commesso l’atto. Molto spesso il senso di colpa si attiva attraverso un pensiero “magico” legato al fatto che possa succedere qualcosa di negativo o dannoso ad un’altra persona. Per esempio fantastico che il fato preservi qualcosa di brutto ad un rivale in amore: se poi succede veramente qualcosa di brutto, in qualche modo incomincio a credere che dipenda dal mio desiderio, pur sapendo che è illogico. Inoltre se aggiungiamo il fatto che la nostra memoria sia fallace, pur sapendo di non aver fatto nulla di sbagliato, quando ci sono i sentimenti di mezzo basta poco per insinuare dubbi e sospetti fino a modificare i nostri ricordi e convincerci di aver commesso errori non fatti. In questi casi, prima di autoaccusarsi, è essenziale fare una attenta analisi degli eventi e rimanere ancorati alla realtà per non distorcerla.

4. SENSO DI COLPA PER NON AVER AIUTATO ABBASTANZA

Questo senso di colpa si genera quando abbiamo dedicato il nostro tempo libero ad un amico o ad un parente (es. perché malato), ma poi abbiamo altri impegni che dobbiamo assolutamente assolvere. In questo caso il senso di colpa si attiva facendoci cercare disperatamente il modo di aiutarli, senza accorgerci che la situazione sta avendo delle ripercussioni su noi stessi. In psicologia spesso si parla di “fatica da compassione, quel processo per il quale ci si identifica talmente nelle situazioni che ci circondano che si finisce per disperdere le proprie energie fino a sentirsi svuotati. Il disagio provato è simile al burn-out. In aggiunta al carico emotivo della situazione e alla fatica contingente, si somma così il senso di colpa perché penso di non riuscire a fare abbastanza.Risulta quindi opportuno distinguere bene il desiderio di aiutare qualcuno dal senso di colpa che altrimenti finirà per sommergerci, ci farà sentire svuotati fino a renderci veramente un aiuto meno efficiente.

5.   SENSO DI COLPA PER AVERE PIÙ DI UN ALTRO, STARE FACENDO MEGLIO DI UN ALTRO

L’esempio più rappresentativo è quello del senso di colpa dei sopravvissuti.Tralasciando lo specifico di questo esempio, il senso di colpa può comparire quando sto vivendo una situazione più favorevole rispetto alle persone che abbiamo vicino. Per esempio, uno studente universitario può auto-sabotare i suoi studi, sapendo che ha delle opportunità (di studio e di lavoro) che non avevano avuto i genitori ai loro tempi. Per “proteggere” le persona che abbiamo vicino, possiamo arrivare a mettere in atto inconsapevolmente dei comportamenti autodistruttivi. Per staccarsi da questo senso di colpa, bisogna ricordarsi quanto siano in realtà orgogliosi e felici le persone che ci amano veramente, che il proprio fallimento non darà opportunità passate agli altri.

Sicuramente il senso di colpa è un’emozione complessa e articolata, ha una funzione adattiva e senza non si può vivere, ma se rimane persistente e con un’intensità elevata, condiziona la nostra libertà di azione fino a farci sentire in trappola. Per questo è importante conoscerne i risvolti psicologici sottostanti per capire quando la colpa è appropriata e quando non lo è, come superarla sciogliendo i legami che ci legano ad essa.